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14 May, 2016

Categoria: News

“Dal 2014 a gennaio del 2016 bastava autocertificare di aver conseguito il diploma di laurea e superato l’abilitazione professionale per essere iscritto all’Ordine”. A confermare ad Odontoaitria33 che è stato possibile per un 37 lucchese iscriversi all’Albo degli odontoiatri ed esercitare, anche in una struttura pubblica per quasi due anni, è il presidente CAO di Lucca Massimo Fagnani.

“Fortunatamente -continua il presidente Fagnani- abbiamo effettuato le verifiche del caso ma tra richieste di chiarimenti ed attese delle risposte è passato del tempo”.

Tempo che non ha impedito all’ex ristoratore ed ex idraulico, riportano le cronache locali, di esercitare la professione di odontoiatra in alcuni studi, ed anche in una struttura pubblica. Di fatto era in regola essendo iscritto all’Ordine.

Tutto nasce nel dicembre 2014, racconta il presidente Fagnani, quando il 37enne si presenta all’Ordine per iscriversi autocertificando di aver conseguito la laurea in Odontoiatria presso l’Università romana di Tor Vergata. L’ordine di Lucca lo iscrive all’Albo degli odontoiatri ma nel mese di marzo invia una richiesta di verifica all’Ateneo romano.

“Nonostante la norma non lo imponesse -continua il presidente CAO di Lucca- di routine chiedevamo conferme all’Università per verificare che realmente avesse rilasciato il diploma di laurea e l’abilitazione al neo iscritto”.

Qualche mese dopo l’Università risponde dicendo che a loro non risulta che il soggetto si sia laureato nel proprio ateneo. Il presidente CAO convoca l’iscritto che non riesce a mostrare il diploma di laurea adducendo scuse e presentando mail che a suo dire attesterebbero il conseguimento della laurea. Mancando “l’originale” l’Ordine lo invita a non esercitare e si attiva per ulteriori verifiche. Emerge che il lucchese si sarebbe laureato in Albania ma il titolo di studio non solo non è mai stato riconosciuto in Italia ma “ma non si è neppure mai visto”.

Il Consiglio dell’Ordine di Lucca, vista la situazione, delibera che l’iscrizione è nulla e denuncia alla procura il “non più” iscritto per aver autocertificato il falso, oltre a segnalarlo all’autorità giudiziaria per esercizio abusivo della professione.

“Non avendo i requisiti per essere iscritto come Ordine non potevamo fare altro”, spiega Fagnani che aggiunge.

“Nella lotta all’abusivismo come CAO non abbiamo poteri se non c’è un coinvolgimento di un iscritto e questo penalizza i cittadini. So bene che la vicenda può sembrare assurda ma è stata possibile per una norma che consentiva di autocertificare il proprio titolo di studio. Fortunatamente da gennaio questo non è più possibile”.

“Invece di cercare di limitare i poteri degli Ordini -conclude il presidente CAO- il legislatore dovrebbe potenziali”.

Intanto la stampa locale informa che anche l’Università di Tor Vergata abbia presentato denuncia nei confronti del cittadino lucchese. Ora la palla passa alla Procura.

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