News

14 June, 2017

Categoria: News

“Tra le più rilevanti conseguenze diurne della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas) vi sono sensazione di sonno non ristoratore, cefalea, eccessiva sonnolenza diurna, deficit cognitivi (come disturbi di concentrazione e attenzione) e un aumentato rischio di incidenti stradali (da 3,5 a 8 volte maggiore della popolazione di controllo). Il recente recepimento in Italia (D.L. 22/12/2015) della Direttiva della Commissione Europea 2014/85/UE concernente la patente di guida, in cui l’Osas è riconosciuta come una delle principali cause di incidenti stradali, ha evidenziato l’importanza dell’individuazione precoce della malattia ma anche dell’avviamento di un efficace percorso diagnostico e terapeutico. Inoltre la sonnolenza diurna e la riduzione del livello d’attenzione determinate dall’Osas, per la loro pericolosità nello svolgimento di alcune mansioni, hanno assunto notevole rilievo in medicina del lavoro, soprattutto per i notevoli risvolti legali connessi al rilascio dell’idoneità al lavoro”. A sottolineare la rilevanza anche sociale dell’Osas è Antonella Polimeni (nella foto), Ordinario all’Università “La Sapienza”, Direttore del Dipartimento Testa Collo del Policlinico Umberto I di Roma e Coordinatrice del gruppo di lavoro che, nel febbraio 2015, ha prodotto per il Ministero della Salute le “Linee Guida Nazionali per la Prevenzione ed il Trattamento Odontoiatrico della Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (Osas)” e, nell’aprile del 2016, le “Linee Guida Nazionali per la Prevenzione ed il Trattamento odontoiatrico del Russamento e della Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno in Età Evolutiva“. È una patologia che va approcciata in modo multidisciplinare e che coinvolge, oltre alla medicina del sonno, la pneumologia, la cardiologia, l’otorinolaringologia, la chirurgia maxillo-facciale e l’odontoiatria.

Gli odontoiatri “per via delle visite di controllo periodiche dei pazienti, hanno la possibilità di intercettare precocemente i segni e sintomi dell’Osas” spiega Polimeni, tanto che “sono definiti nelle Linee Guida “sentinelle epidemiologiche”. La valutazione se il soggetto presenti le indicazioni per essere sottoposto a trattamento con specifici dispositivi orali (Oral appliances, Oa)” precisa “va fatta di concerto con gli altri specialisti. È quindi molto importante che si conoscano i diversi approcci terapeutici all’Osas, quali la terapia medica (mirata a eliminare i fattori predisponenti, come il sovrappeso o l’obesità), l’impiego della somministrazione notturna di aria a pressione positiva (Continuous positive airway pressure, Cpap) e la terapia chirurgica dei tessuti orofaringei e di avanzamento maxillo-mandibolare”.

“Se esiste l’indicazione nell’adulto” prosegue Polimeni “l’odontoiatra può provvedere all’applicazione di un dispositivo ortodontico di avanzamento mandibolare (Mad)”. I Mad, spiega Polimeni, agiscono “mantenendo la pervietà delle vie aeree posteriori alla lingua, spostando in avanti e/o mantenendo chiusa la mandibola e aumentando la dimensione verticale occlusale. Si viene ad avere in questo modo un avanzamento della lingua, un aumento della tensione delle pareti faringee e l’impossibilità della mandibola di post-ruotare, così da impedire l’occlusione parziale o totale del flusso respiratorio. I Mad agiscono sia a livello della regione retrolinguale sia retropalatale, con un effetto sulla dimensione trasversale e sagittale”. Molto importante è la scelta del “morso di costruzione” che determinerà la posizione terapeutica della mandibola con il Mad inserito nella cavità orale.

“Quando il dispositivo viene consegnato al paziente sono necessarie istruzioni sul suo uso. È importante che il dispositivo risulti il più confortevole possibile quando indossato durante la notte; per questo è preferibile l’uso per qualche ora durante il giorno per un periodo di una settimana, prima dell’applicazione notturna, così da raggiungere un ottimale adattamento. In questa fase è importante ottenere una massima posizione di comfort per il paziente in cui la protrusione mandibolare è in assenza di una sintomatologia algica a carico della componente muscolare o dell’articolazione temporo-mandibolare (Atm). Per controllare l’efficacia del Mad si consiglia che il paziente riporti in un’apposita scheda, quotidianamente, l’entità del russamento riferito dal partner, l’eventuale presenza di stanchezza al risveglio e di sonnolenza diurna. Comparando i dati con quelli registrati prima del trattamento, si può verificare la necessità o meno di aumentare ulteriormente l’avanzamento mandibolare. Una volta stabilito clinicamente il livello ottimale di avanzamento mandibolare grazie al dispositivo, viene programmato uno studio polisonnografico di controllo con contemporanea applicazione del Mad, al fine di stabilire l’efficacia e documentare i risultati”.

Vuoi più informazioni sui servizi dello studio oppure vuoi chiedere un appuntamento?

RICHIEDI UN CONTATTO